"Quello
che sta accadendo all’ospedale di Cairo potrebbe essere l’ultimo tassello di un
processo di privatizzazione selvaggia della sanità savonese avviato da Burlando
ad Albenga e perfezionato dalla Giunta Toti". A parlare è il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Melis, che prosegue: "Il
condizionale è d’obbligo, al netto di balbettii e bocche cucite. Di sicuro un
simile scenario si sarebbe potuto scongiurare alla radice, se, lo scorso
novembre, la maggioranza in Consiglio regionale, guidata da Vaccarezza, non si
fosse schierata compatta contro la nostra mozione per riconoscere all’ospedale
di Cairo la classificazione d’area disagiata. In quel
modo avremmo potuto mettere dei punti fermi sull’assetto ospedaliero, come
previsto dal decreto Balduzzi, chiudendo sul nascere ogni ipotesi di
privatizzazione. Al
contrario, con la fresca approvazione di A.Li.Sa., diventata ieri legge, un
simile scenario sarà purtroppo facilmente realizzabile, senza che nessuno potrà
opporsi. Il
modello Albenga (così come il modello lombardo) ha già mostrato tutte le sue
crepe, tanto a livello occupazionale quanto sul piano giudiziario, dove la
partita è tutt’altro che chiusa. Anche solo pensare di replicarlo in val
Bormida significa non aver imparato nulla dalle lezioni del passato e far
prevalere i soliti interessi di pochi al diritto di tutti alla salute, che
dev’essere pubblica, sociale ed efficiente".
E proprio A.Li.Sa. è la nuova azienda sanitaria ligure che sostituisce Ars, come sottolinea l'assessore Sonia Viale: "Una delle criticità maggiori che abbiamo riscontrato
in questi tre mesi di incontri sul territorio era che ogni Asl operava come
una repubblica a sé, senza un’effettiva azione che potesse dare
medesime procedure, evitare sprechi, fornire omogenee risposte ai
bisogni dei cittadini. Con la creazione di Alisa, in cui confluirà Ars e
che sarà pienamente operativa dall'1 ottobre, diamo una governance unica
a tutte le cinque asl che saranno mantenute perché è importante che il
territorio ligure abbia comunque la possibilità di affrontare i problemi
delle comunità con articolazioni più vicini ai cittadini, potenziando
il rapporto ospedale-territorio nell’ottica dell’integrazione dei
servizi sociosanitari".
Enrica Bertone
Enrica Bertone
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