sabato 5 novembre 2016

Carcare, la minoranza interroga la Giunta sulle sorti dell'acquedotto comunale

Quale sarà il futuro della rete idrica di Carcare dopo l'annessione dell'acquedotto comunale al Cira, ossia al Consorzio di Ambito territoriale? A chiederlo, con undici domande scritte e rivolte alla Giunta Bologna, è il Gruppo consiliare di minoranza, "Carcare Bene Comune". "Durante la recente riunione sul futuro del nostro acquedotto tante domande e per la verità poche risposte - sottolineano i consiglieri di opposizione - Riassumendo, è emerso che ad oggi la Giunta comunale non è in grado di dire se le tariffe 2017 (le bollette dell’acqua) saranno più alte o più basse, che a meno di un’esenzione - chiesta all’Autorità con scarse probabilità che venga concessa - da gennaio l’acqua consumata negli edifici pubblici come scuole e impianti sportivi dovrà essere pagata (non si sa da chi, ma l'importo è di oltre 15 mila euro l’anno). Un operaio del Comune, inoltre, verrà trasferito al Cira (probabilmente con un distacco funzionale) ma a 40 giorni dal trasferimento non si sa ancora chi sarà. E ancora, la cura del verde pubblico non sarà più data in appalto alla cooperativa con lavoratori disabili che da anni se ne occupa, per poter così risparmiare e affrontare le maggiori spese. Gli operai in servizio da aprile rimarranno in tre più il necroforo a fronte dei cinque attuali e dei sette previsti in pianta organica, con un carico di lavoro che aumenterà notevolmente e ci sono dubbi sulla continua efficienza. Nonostante i già individuati risparmi rimangono da coprire ancora 40 mila euro per far quadrare il bilancio (65 mila se si conta anche che non c’è più l’affitto che l’Asl pagava per Villa De Marini) e che ad oggi non sono ancora state individuate le voci di spesa da ridurre".
"Che il passaggio dell’acquedotto comunale in gestione al Cira aprisse delle criticità lo si sapeva da tempo, come Gruppo Consiliare di opposizione lo avevamo anche scritto, in una dettagliata interrogazione dell’aprile 2015, un anno e mezzo fa. Non da ultimo, a parte gli introiti attuali di 370 mila euro da colmare, manca una reale valutazione economica dell'acquedotto carcarese, per il quale, fino al 2009, sono stati spesi circa cinque miliardi di vecchie lire per renderlo efficiente. Una buona amministrazione vede arrivare i problemi e li affronta prima che diventino emergenze. Ci pare che ancora una volta non sia stato fatto", concludono i consiglieri Paolo Piacenza, Stefania Berretta e Daniela Lagasio.
E. B.

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