"Se non si vuole mettere mano alle tasche dei lavoratori, da qualche
parte dovremo pur intervenire". Queste le parole del presidente della Tpl
Claudio Strinati per motivare i tagli sulle tratte percorse dai
bus, che in Valbormida si concretizzano in 272.838 chilometri annui in meno di
percorrenza, e gli aumenti di 20 centesimi a biglietto e di tre euro ad
abbonamento, nell'ottica di quelle che a tutti, oggi, restano ancora
ipotesi di risanamento, proposte dall'azienda di trasporti savonese, al fine di evitare "una potenziale erosione di liquidità'", dopo l'accantonamento dell'idea di subappalto ai privati di linee più
marginali, poco gradita ai sindacati. Tutto ciò per arginare la
riduzione di finanziamenti pari a 2 milioni di euro da parte degli
enti regionali e provinciali a cui si sommano i 400 mila euro non più
erogati dallo stato alle regioni. Anomalie e pesanti contraddizioni di
un apparato governativo che vanno ad inficiare "la solidità di un'azienda di per sè sana", a cui l'azienda stessa è costretta a mettere
mano ponendo al primo posto la salvaguardia dei lavoratori.
Ester Costa
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