mercoledì 13 luglio 2016

Fabbriche dismesse "rigenerate" dall'arte contemporanea. Proposta del consigliere Moreno

La Valbormida, fino a qualche decennio fa distretto industriale del Savonese, è ora orfana di una vocazione reale e concreta. Con le fabbriche chiuse, i giovani senza lavoro e i vari tentativi di rigenerare un territorio sia dal punto di vista ambientale sia occupazionale, arriva una proposta che potrebbe, almeno, essere un vantaggio sul piano paesaggistico. Il consigliere comunale di Cairo, Giovanni Moreno, con delega alle politiche giovanili, parla di "rivalutare l’architettura delle industrie dimesse, nel nome dell’arte contemporanea per non dimenticare la loro appartenenza alla tradizione locale e al nostro territorio".
"Arrivando a Cairo capita a tutti noi di costeggiare la zona industriale, quella che una volta fu la culla dell’innovazione e che permise alle generazioni passate di stabilirsi e vivere in Valbormida. Oggi ne rimane un immenso spazio in gran parte in disuso, dove scheletri abbandonati di cemento e ferro non perdono occasione di ricordarci il fallimento dell’industria chimica e le disastrose conseguenze sull’economia delle famiglie valbormidesi - spiega Moreno - Sono dell’idea che sia necessario ridare una seconda vita a questi enormi immobili abbandonati, iniziando una riqualificazione della zona in nome dell’arte. Dal 2000 in tutta Italia si è affermata la tendenza a convertire i vecchi poli industriali dimessi in luoghi di arte contemporanea, evitando che vengano abbattuti o, peggio ancora, lasciati al loro destino. I progetti potrebbero essere i più vari: dalla raffigurazione di celebri opere d’arte sulle facciate delle fabbriche, al progetto di trasformarle in veri e propri centri artistici, dove gli interessati all’arte potrebbero incontrarsi. Questi luoghi diventerebbero un supporto per la creatività dei giovani valbormidesi, che con il loro lavoro ridarebbero dignità a luoghi in decadenza ma appartenenti alla tradizione locale e al nostro territorio. Il recupero delle architetture dovrebbe essere un punto fondamentale per chi avesse intenzione di nutrire con l’arte il nostro territorio, popolato da persone operose; perciò sono convito che si troverebbero artisti locali disposti a dare continuità a queste strutture, senza lasciare che diventino macerie di un tempo che fu".
E. B.

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