domenica 3 luglio 2016

Sindaci e immigrazione: "dei 35 euro al giorno per ogni profugo una quota vada ai Comuni"

La gestione dei migranti scalda l'estate degli amministratori valbormidesi, reduci di un vertice con il Prefetto che ha espresso la volontà di spalmare meglio su tutto il territorio provinciale i futuri arrivi degli stranieri richiedenti asilo. Intanto sabato scorso, a Carcare, i vertici regionali della Lega Nord, tra cui Toni Iwobi, del Dipartimento sicurezza e immigrazione, hanno incontrato alcuni sindaci, in particolare Franco Bologna, al quale hanno manifestato appoggio per l'ordinanza (sul divieto di dimora di africani e asiatici sprovvisti di certificato sanitario) emessa pochi giorni fa che ha scatenato un vortice di consensi e di critiche che continua a girare ben oltre i confini comunali. Tra i "colleghi" che, nonostante non condividano a pieno il documento di Bologna, ne capiscono le motivazioni e sono pronti a lavorare insieme sul fronte dell'immigrazione, i primi cittadini di Bormida, Daniele Galliano, Cosseria, Roberto Molinaro, Pallare, Gianni Delfino e Plodio, Gabriele Badano. E' proprio di quest'ultimo la proposta, condivisa dagli altri sindaci, di chiedere un contributo per il sociale destinato ai Comuni ospitanti. 
“Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di
istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità” - spiega Badano - Esattamente duecentoquaranta anni fa a Philadelphia uomini illuminati scrissero queste parole che
sono alla base delle democrazie occidentali: uguaglianza, diritti, felicità e sicurezza dei cittadini. In questi ultimi anni dobbiamo affrontare complesse crisi che sono le più gravi dalla fine della seconda guerra mondiale. A causa della recessione sono diffusi malessere e stanchezza, l’incertezza domina. Disoccupazione, cassa integrazione, i pensionati vivono male una fase della loro vita che dovrebbe essere resa il più serena possibile. Nel 2015 per la prima volta in Italia la speranza di vita alla nascita è diminuita rispetto all’anno precedente. Oltre a questo dato, che non fa ben sperare, c’è poi la questione delle campagne di prevenzione e degli screening, che non si riescono a fare per mancanza di soldi e che alla salute della popolazione sono ovviamente correlati. Mancano i soldi per l’assistenza ospedaliera a malati gravi, che i Sindaci conoscono personalmente, cui viene ridotto o negato il sostegno. Chiudono i reparti del nostro ospedale. Aumentano le nostre famiglie che non riescono a pagare la retta della mensa scolastica per i loro bambini e deve intervenire l’ente pubblico con nuove spese a carico della collettività. Cittadini emigrati già da anni nelle nostre zone non hanno reddito stabile o addirittura nessun reddito perché non lavorano o lavorano in nero".
Prosegue Badano: "Alla luce di tutte queste difficoltà il business, perché tale è, dell’assistenza ai migranti viene visto dalla popolazione come un lusso che non ci si può permettere: 35 euro al giorno per persona vengono considerati un’offesa per chi non riesce a tirare avanti, anche perché si paragonano i nostri vecchi emigrati in nord Europa che lavoravano in miniera a quelli odierni che sovente bighellonano per le strade. Infine non si vedono all’orizzonte soluzioni a quella che ormai non si può più definire emergenza. Gli arrivi sono sistematici da anni e non possono giungere risposte per tali problemi che a livello europeo se non globale. Noi siamo per un’Europa unita, prospera e
portatrice di pace. Come deve comportarsi in questo momento storico così orribile l’amministrazione comunale che ha dei doveri ben precisi verso i propri cittadini e che deve rapportarsi con le altre realtà locali, i Comuni della Valle, quel che resta della Provincia, Regione, Governo? Occorre partire dai principi cristiani di uguaglianza e di solidarietà, coniugandoli con quelli laici di libertà, felicità e sicurezza. Sia i migranti sia i cittadini italiani sono uomini e occorre tutelarne i diritti. Se il Governo ci dice che tutti i Comuni devono fare la loro parte, tutti siano! Nessun egoismo. In questa situazione allora un Sindaco responsabile, di fronte a quanto viene richiesto da altri amministratori della Valle Bormida e dal Governo, con serietà e impegno studia in modo approfondito il problema, si confronta, sente i cittadini, individua priorità e azioni che spera possano contribuire a stemperare i toni e a dare una mano a tutti. Cerca di dare un contributo, cerca soluzioni, idee. Eccola la proposta costruttiva di Plodio: la cooperativa stipuli una convenzione col Comune elargendo allo stesso un contributo in denaro sostanzioso che venga posto nel capitolo di spesa sempre esangue del Sociale e che quindi sia utilizzato per le famiglie bisognose, per i malati, per chi non ha lavoro, per chi non ce la fa e si vergogna di chiedere aiuto. La nostra è un’amministrazione sensibile che ben conosce queste situazioni. E così i nostri concittadini. A Plodio non ci sono razzisti, ci sono donne e uomini che conoscono il sacrificio e noi siamo orgogliosi di rappresentarli. Ai nuovi ospiti chiediamo rispetto delle regole, che vadano a scuola o lavorino e che prendano esempio da chi al mattino si alza presto e si dà da fare, come lo diremmo ad un figlio. Mentre lavoriamo responsabilmente per evitare polemiche o provocazioni, chiediamo aiuto alla Regione e al Governo per tramite della Prefettura, a cui chiediamo di appoggiare la nostra idea".
Enrica Bertone

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