giovedì 14 aprile 2016

Stampa 3D in ambito sanitario: una rivoluzione raccontata dai tecnici radiologi dell'Asl 2 Dotta e Lombardi

Iuri Dotta e Maurizio Lombardi
Un esempio di "stampa" del cuore
Ci sono anche due savonesi, tra cui un carcarese, oggi, a Castellanza, all'Università Liuc "Cattaneo", dove è in corso un workshop propedeutico alla formazione di professionisti della salute in un ambito che nel mondo sanitario si preannuncia come uno dei più rivoluzionari degli ultimi decenni. Iuri Dotta e Maurizio Lombardi, entrambi tecnici sanitari di Radiologia medica dell'Asl 2, fanno parte dell'Aitasit, l'Associazione che riunisce gli specialisti dei sistemi informativi che conta ad oggi 1800 soci. In qualità di vice presidente, Dotta spiega come "lo scopo sia quello di formare a distanza i professionisti sanitari". In questo momento l'Aitasit sta predisponendo il bando per affidare uno stage attraverso una borsa di studio da assegnare ad un Tsrm neolaureato in attesa di occupazione. Inoltre, in collaborazione con l'università di Castellanza (Varese), a breve prenderà il via un corso di alta formazione per l'acquisizione di competenze tecnico-pratiche sulla stampa 3D in sanità. La rivoluzione di questa applicazione sta nel fatto che le stampanti in 3D, anche a basso costo, possono essere controllate da qualunque PC, ma in un contesto sanitario faciliterebbero la realizzazione di piastre chirurgiche personalizzate, valorizzando la diagnostica e favorendo il rapporto paziente operatore. In pratica, con una Tac o una Risonanza magnetica, è possibile "stampare" in 3D l'organo o l'apparato da sostituire o da modificare chirurgicamente. Per ora l'utilizzo in medicina è solo agli albori, specie in Italia, ma è già stata salvata la vita a numerosi pazienti, ad esempio negli Stati Uniti, anche di tenera età, che necessitavano di asportazioni di tumori in parti delicate del corpo o di un trapianto pericoloso in caso non si avesse già avuto, preventivamente, il "pezzo di ricambio" pronto.
Enrica Bertone

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