"Linee discordanti tra le Regioni Liguria e Piemonte sulla messa in sicurezza dell'Acna". I consiglieri del Movimento 5 Stelle Andrea Melis
(Liguria) e Paolo Mighetti (Piemonte) hanno interrogato le rispettive Giunte
sul caso industriale di Cengio, "e sono emerse non poche discordanze, segno
evidente di come i due enti non abbiano una strategia comune su questo tema
importante per l'ambiente ed il territorio".
"La Regione Liguria, a differenza del Piemonte, è a
conoscenza di alcune specifiche del progetto approvato dal Commissario delegato
per l’emergenza e la messa in sicurezza e bonifica, ad esempio l’ultima
modifica richiesta da Syndial della revisione del progetto esecutivo di
copertura - spiegano i consiglieri - Dall’altro lato la Regione Piemonte risulta più informata sul
procedimento di capping conclusivo che vedrà una movimentazione di materiali
che dovranno essere trasportati all’interno del sito. Il regime dei trasporti
sarà mantenuto a 50/60 viaggi/giorno fino al 2019, data stimata di
completamento dell’intervento".
E ancora: "Grave ciò che si apprende dalla Regione Liguria. Infatti,
dal monitoraggio ambientale eseguito da Syndial insieme ad ARPAL, emerge una
significativa contaminazione delle acque sotterranee tra la strada provinciale
e la ferrovia a nord dell’ex stabilimento. Ben venga il rilevamento, ma va
mantenuta la massima attenzione perché la vicenda della Valbormida insegna cosa succede quando sostanze tossiche e
pericolose contaminano le acque. Inoltre emerge la necessità che i dati di
monitoraggio eseguito da Syndial siano messi celermente a disposizione degli
organismi di controllo. La Regione Piemonte fa inoltre sapere che è in fase di
valutazione conclusiva lo studio di aggiornamento delle indagini epidemiologiche
realizzato in collaborazione con ARPA Piemonte e ASL. Sulla procedura d’infrazione, la Regione Liguria si limita
a rimpallare la responsabilità sul Ministero dell’Ambiente, trattandosi di un
sito d’interesse nazionale. Una risposta che non ci lascia del tutto
tranquilli. Ricordiamo che, a suo tempo, il commissario straordinario non
ritenne necessario procedere a una valutazione d’impatto ambientale, adducendo
al fatto che le procedure di messa in sicurezza della zona possedevano già i
criteri di VIA. Il timore è che, all’epoca non fosse stato fatto tutto il
possibile per garantire la sicurezza ai cittadini. Servono controlli chiari e
competenze certe, affinché ogni metro quadrato dell’area sia bonificata. Non
possiamo permetterci errori. Dalle due risposte delle Regioni è quindi evidente come
non ci sia alcun dialogo tra le stesse, smentendo di fatto le intenzioni degli
assessori piemontesi Saitta e Valmaggia, rimaste sulla carta, che, a fronte di
ancora 2 milioni di tonnellate di scorie chimiche stoccate, si sarebbero
impegnati insieme “a coinvolgere la Regione Liguria” per trovare intese che
supportino la posizione della Valle Bormida e ad avviare subito un tavolo con i
tecnici delle Asl della zona e dell'Arpa per valutare l'utilizzo dei dati delle
indagini e dei monitoraggi", concludono Melis e Mighetti.
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