mercoledì 11 gennaio 2017

Grande successo editoriale per il nuovo romanzo della cairese Irene Schiavetta

Irene Schiavetta, cairese, musicista (insegna pianoforte al Conservatorio di Cuneo), ha recentemente pubblicato un romanzo che è stato fin da subito successo editoriale. Nella libreria Feltrinelli di Savona, a pochi giorni dall’uscita, “Le tre signore” si è collocato addirittura al primo posto, lasciando dietro di sé celebrità come Saviano o la Littizzetto. Fioccano critiche positive, una per tutte quella comparsa sul sito Amazon: "Che sorpresa! Un vero gioiellino non si riesce a staccare e non è un "giallo". Si porteranno nel cuore le storie di queste donne costrette a nascondere la loro emancipazione, i loro dolori, la voglia di vita in un’epoca in cui nulla era concesso alle donne (…) Da leggere!”.
Un risultato non da poco, ma come è nata l’idea di scrivere questo romanzo per l'autrice che ha già al suo attivo diversi libri, in particolare quattro “gialli” con il magistrato Fiorenza Giorgi?
"Ho sempre amato scrivere, attività che posso fare nei ritagli di tempo e che, contrariamente al pianoforte, non disturba i vicini - spiega la Schiavetta - Nel tempo sono passata dalle commedie brillanti ai racconti, poi ho curato un’antologia letteraria (ediz. Atlas) in collaborazione con il mio ex professore Giannino Balbis. Con le edizioni Carisch ho pubblicato anche alcuni libri di didattica musicale. I “gialli” con Fiorenza Giorgi (ediz. Fratelli Frilli) sono andati molto bene e stiamo scrivendo il quinto volume, con al centro i medesimi personaggi che indagano su morti sospette… Tuttavia volevo provare una nuova avventura, scrivere da sola una storia che avrebbe potuto essere vera".
"La ricetta del mio romanzo è semplice - prosegue l'autrice - Ho messo insieme una buona dose di fantasia e qualche spunto di realtà, che ho intrecciato con attenzione. Le tre signore mi sono venute in mente osservando la gente per strada, ascoltando racconti di vita vissuta, spiando piccole manie, difetti, caratteristiche più o meno evidenti. A volte mi sono fatta aiutare da un esperto, in particolare per ricostruire lo stile di vita degli anni Sessanta e per alcuni particolari relativi alla scienza medica. In effetti c’è anche più di un pizzico di mistero, che però non costituisce il nucleo essenziale della storia. In realtà, il libro racconta l’amicizia e l’importanza che può rivestire nell’esistenza di ognuno di noi. Qualche elemento di Cairo nel romanzo c’è, non poteva essere diversamente visto che sono nata e cresciuta in questo paese. Ma non possiamo dimenticare che Folasca è un paese di fantasia, creato su misura per il romanzo; se mi si concede un paragone coraggioso, è come Macondo (Cent’anni di solitudine, di G. Garcia Marquez): un luogo letterario".
Ester Costa

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